venerdì 23 marzo 2007

QUANDO IL RAZZISMO DIVENTA LEGGE

Voglio manadare un abbraccio simbolico a tutti i gestori di phone center, che si vedono minacciati da una legge razzista, xenofoba e praticamente fascista.
La colpa dei phone center (in Lombardia nello specifico, ma non solo) è quella di essere gestita e frequentata da immigrati, oltre a trovarsi in una regione governata da ciellini-leghisti e prosperini.
Una legge assurda entrata in vigore il 22 Marzo stabilisce che:

- Devono avere uno spazio di attesa di 9 metri quadrati, c0n appositi sedili che non ostruiscono il passaggio.

- Devono avere un bagno per il personale, uno per il pubblico e un terzo bagno se il negozio supera i 60 metri quadrati

- Ogni cabina deve avere una superficie minima di 1 metro quadrato e deve essere accessibile ai disabili.

- Deve avere un sistema di ventilazione conforme ai requisiti prestabiliti

- Il titolare non può essere già stato dichiarato fallito e non deve avere già subito una condanna per vari reati

- La polizia locale può entrare nei negozi e controllare le generalità dei clienti, intimare la chiusura dell'esercizio se non rispetta l'orario di apertura, accertare il possesso delle autorizzazioni e segnalare l'uso distorto degli strumenti informaztici.

Se questo non è razzismo! Sicuramente è vergogna allo stato puro.
Innanzitutto non capisco perchè se una persona ha subito una condanna non può aprire un phone center.....perchè non vale per tutti gli altri negozi?
Quanti panifici, edicole, negozi di abbigliamento, biblioteche, ottici, tabaccai, fruttivendoli, hanno almeno 2 bagni?
In quanti negozi la polizia può entrare e controllare i documenti a tutti i clienti e intimare la chiusura?
Se un panificio apre un quarto d'ora prima alla mattina rischia di chiudere? E perchè un phone center sì?
Questi fieri esponenti di destra la menano ogni due giorni sulla clandestinità, perchè bloccare chi apre dei piccoli esercizi commerciali?
Ancora la palla del terrorismo?

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