martedì 9 ottobre 2007

IL RIVOLUZIONARIO VERO E' IL RIVOLUZIONARIO MORTO

40 anni fa moriva Ernesto Che Guevara. Da allora è un mito, che non riesce ancora a tramontare.
Da allora la famosa foto scattatagli da Alberto Korda è stata riprodotta chissà quante volte, forse milioni. Libri, bandiere, magliette, teloni per la festa de l'Unità (ne so qualcosa!), centimetri quadrati di inchiostro sulla pelle di un sacco di gente. Che Guevara rappresenta un'ideale, un' utopia e......a volte, mi sento di dire, un pò di anacronismo.
Il suo più grande merito è stato quello di lasciare Cuba e tutti gli incarichi che aveva ricoperto, insieme a tutti quelli che avrebbe potuto ricoprire, per andare in Congo e in Bolivia a........diciamolo col linguaggio dei nostri giorni, "esportare la rivoluzione".


E' stato meglio così, meglio avere ancora qualche mito, qualche ideale.......proprio quelli che Castro sta uccidendo da un bel pò di anni.
Il buon Riszard scriveva che il vero problema è cosa fare dopo la rivoluzione. Quanto la gente arriva al limite della sopportazione, verso un dittatore o un regime, la rivoluzione nasce quasi da sola....ma dopo? Soprattutto perchè la rivoluzione è spinta da parole quali libertà, democrazia.....eccetera eccetera.
Erik Durschmied, sulla copertina del suo libro "Rivoluzione" riporta questa frase:
"Un colpo di stato è il trionfo del paradosso: perchè se è vero che ogni rivoluzione finisce per divorare i propri figli, è anche vero che ogni rivoluzionario da morto è più vivo che mai".
Proprio così......

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