martedì 17 luglio 2007

.....SOLARIZZAZIONE....

A volte è bello sovvertire le regole, o almeno quelle consuetudini che vengono un pò adottate come regole. Ad esempio nei concerti rock, dove è normale stare in piedi, bene ammassati, saltare e urlare le canzoni a squarciagola. Ma quando sul palco ti trovi un gruppo formidabile, che insieme all'energia dei suoni potenti e distorti, ci mette un pianoforte, tanta tecnica e suoni molto più dolci, sarebbe meglio star seduti in silenzio.
Questo è quello che sarebbe dovuto succedere ieri sera all' Arena di Verona, dove per due ore hanno calcato il palco i Muse. La cosa migliore sarebbe stata star seduti ed osservare i movimenti dei tre, soprattutto la coordinazione del batterista nel muovere tutti gli altri e picchiare i vari pezzi rotondeggianti della sua batteria.
Poi ci sono le distorsioni della chitarra (o meglio, delle chitarre) e del basso, il suono a volte tenue, a volte energico del pianoforte e quella voce unica e inconfondibile di Matthew Bellamy.
Su qualche rivista ho letto che qualcuno li ha etichettati come i nuovi Queen, una gran bella cavolata. I Muse non hanno bisogno di paragoni, sono i Muse, brillano di luce propria e se continuano così la stella luccicherà sempre di più.
E' proprio vera un' affermazione fatta da una conduttrice di un programma musicale in tv, cioè che la forma canzone è arte e non ha niente da invidiare ad un quadro di Picasso.
Ieri sera, all' Arena di Verona ho avuto la conferma.

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